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Le radici non si vedono ma sorreggono tutto

Nel linguaggio della vita, le radici non si vedono, ma sorreggono tutto.

Non chiedono di essere celebrate, solo riconosciute.

Sono ciò che ci tiene, ci plasma, ci precede.

Sono la linfa silenziosa che scorre sotto le apparenze, e che intreccia la nostra storia a quella di chi ci ha generato, a chi ha camminato prima di noi, con le sue vittorie, i suoi dolori, le sue scelte a volte incomprese.

Nell’approccio sistemico, le radici non sono nostalgia del passato, ma portali viventi.

Ogni gesto che compiamo, ogni relazione che viviamo, ogni blocco o talento che ci abita, può avere origine in quel sottosuolo invisibile.

Là dove dimorano le fedeltà inconsce, le memorie ereditate, le promesse mai sciolte.

Le radici ci sussurrano che non siamo mai soli: siamo parte di un tessuto più ampio, un mosaico di anime che ha continuato a cercare amore, appartenenza, giustizia e pace, generazione dopo generazione.

Ma le radici non sono solo ciò che ci tiene ancorati alla terra: sono ciò che ci orienta verso il cielo.Perché più scendiamo in profondità — nel corpo, nella memoria, nella storia familiare — più possiamo innalzarci con autenticità.

Il viaggio verso la luce non può evitare l’ombra.
E l’ombra, a sua volta, custodisce semi di luce che aspettano solo di essere visti.

Ogni trauma che affiora, ogni dolore che si ripete, ogni emozione che sembra non appartenerci è forse un messaggio delle radici. Non per trattenerci, ma per liberarci.

Poeticamente, le radici sono il nostro canto primordiale.

Sono il battito del primo cuore che ha amato nel nostro nome.

Sono le lacrime non versate di una nonna, il coraggio di un padre, il silenzio di una madre.
Sono quelle storie che vivono nei nostri sogni, nei nostri sintomi, nei nostri slanci, chiedendoci di essere riconosciute.

Radici è una parola che parla di casa, ma anche di destino.Ci invita a tornare, ma anche a trasformare.

A portare luce dove c’era oblio, amore dove c’era esclusione, verità dove regnava il non detto.

E in questo atto di guarigione sistemica, profonda, noi non cambiamo solo il nostro presente: diventiamo i giardinieri del nostro albero, e forse, custodi di una nuova fioritura per chi verrà dopo di noi.

Perché ogni volta che onoriamo le nostre radici, qualcosa in cielo e in terra si allinea.E la Vita, finalmente, può fluire.

con te, Federica



 
 
 

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