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Lettera di mezz'estate: ringraziamenti

Care amiche e amici,
siamo entrati nella stagione del Leone, un tempo per me particolarmente delicato, che tocca corde profonde del cuore - quel cuore che, non a caso, è governato proprio da questo segno fiero e generoso.
Clarice Beckett- Sunset
Clarice Beckett- Sunset
Ogni anno, in questo periodo, sento il bisogno di fermarmi per “tirare le somme”. È un richiamo interiore a guardare con onestà e tenerezza il percorso compiuto: i traguardi raggiunti, gli sforzi, i passaggi che hanno richiesto coraggio, le trasformazioni vissute - alcune dolci, altre impetuose - le morti simboliche e le nuove costruzioni che ne sono derivate.

Gli ultimi mesi sono stati intensi. Per molti di noi sono state vere e proprie "epoche interiori", dense e vitali. Abbiamo attraversato prove profonde, confrontandoci con limiti, paure, verità che non potevamo più rimandare. È come se fossimo passati attraverso le tre fasi dell’alchimia: la nigredo della discesa, la rubedo della trasformazione, l'albedo della nascita della nuova forma.

C’è chi ha resistito, chi si è arreso con grazia alla potenza della vita che scuote, prende, scompone… per poi ricomporre ogni parte in un ordine nuovo, più autentico.
In tutto questo viaggio, io ero con voi. E voi con me.

Oggi desidero portare luce su un concetto che mi sta profondamente a cuore: il significato della parola terapeuta.
Una parola che ci accompagna spesso, che porta in sé radici molto più profonde di quanto immaginiamo.
Vera Frisén- Överkalix
Vera Frisén- Överkalix

“Terapeuta” deriva dal greco antico therapeutḗs, legato al verbo therapeúō: “curare”, “servire”, “prendersi cura”, ma anche “onorare”. Dentro questa parola vibra anche theós, ovvero “dio”.
È un’origine che ci ricorda come prendersi cura non sia soltanto un atto umano, ma un gesto sacro, un servizio offerto al mistero della vita. Una forma d’amore che non domina, ma si inchina.

Curare, allora, non è semplicemente “fare qualcosa per l’altro”, ma diventare uno strumento di ascolto, presenza, custodia. È un’arte, un cammino condiviso, in cui chi accompagna è egli stesso trasformato.

Platone ci ha insegnato che ogni vera cura è un’arte divina, perché riguarda insieme l’anima e il corpo, e mira a restituire all’essere umano una più profonda armonia con sé stesso e con il cosmo. “La vera arte – scrive – custodisce la natura e la preserva.”
Non aggiunge, non impone: porta alla luce ciò che già esiste, anche se nascosto.
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Il terapeuta diventa cosi colui che cammina accanto, che sa aspettare, che osserva e accoglie, senza invadere.
Non spinge, ma accompagna verso una verità che è già dentro, come un seme.

È una metamorfosi: da una condizione di frammentazione si giunge, passo dopo passo, ad una maggiore interezza.
Il terapeuta non è un maestro che sa tutto, non è sopra né distante. È un compagno di viaggio. Mentre guida, si lascia guidare. Mentre cura, si lascia toccare.


Aiutare a togliere ciò che impedisce alla luce dell’anima di emergere. Non per costruire qualcosa di nuovo, ma per riconoscere ciò che già siamo, oltre i veli del tempo e del dolore.

Le Corbusier - Open Oyster Shell
Le Corbusier - Open Oyster Shell
E tutto questo, per me, non è solo teoria.
È ciò che continuo ad imparare anche insieme voi.
Da chi, in quest’anno, ha scelto di affidarsi, di aprire il proprio spazio interiore, di mostrarsi nel proprio mistero.
Mi avete permesso di camminarvi accanto, e di ricordare - attraverso di voi - chi sono.

Non perché possieda un potere, ma perché ho scelto l’Amore come via.
E, in questo amore, anch’io vengo guarita.
Ogni volta.
Un po’ alla volta.
E per questo vi ringrazio profondamente.


Con gratitudine, con cuore aperto e occhi lucidi.

Buona stupenda estate, ci vediamo a Settembre pieni di novità!

con voi,
Federica
 
 
 

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